Achille ed Ettore- Lotta tra Es e SuperIo

L’arciero Apollo allor queste parole:
Perchè mortale un Immortal persegui,
O figlio di Peléo? Non anco avvisi,
Cieco furente, che un Celeste io sono?

Iliade Libro 22

 

L’iliade di Omero ruota intorno ad un personaggio particolare, Ettore, anche se tutti ricordano maggiormente Achille “piè veloce” perché, con la sua sfrontatezza e il suo senso innato di ribellione, riesce ad attrarre maggiore fascino e curiosità. Il destino dei due eroi, uno troiano, Ettore, l’altro greco (mirmidone per la precisione), Achille, è quello di incontrare la morte ed entrambi ne sono consapevoli ma da diverse prospettive: Achille sa di non tornare da Troia per volere divino, mentre Ettore sa di morire per mano di Achille, ma entrambi si fanno coraggio e decidono di andare incontro al proprio destino.

I miti greci sono, per lo più trasposizioni della nostra psiche e dei nostri fenomeni psichici e, per questo assioma, non fa eccezione il mito di Achille ed Ettore:

Achille viene descritto come giovane e forte ed equivale a un semidio, rappresenta l’immagine del disordine, del caos che caratterizza l’età giovanile, quella della ribellione ai padri, al potere supremo degli anziani. In definitiva è lo specchio delle pulsioni e delle passioni dell’ego umano. La forza della passione che deve esprimersi nella materia per governala e assoggettarla. Achille esprime le pulsioni dell’ES quella parte in noi vive di pulsioni ed istinti primordiali dove si annida la nostra spinta sessuale, la nostra pulsione a godere dell’altro/a e per possederlo fisicamente e mentalmente. Achille è l’amore passionale, senza raziocinio, (spesso confuso con l’innamoramento) per questo Achille è anche l’amore per Patroclo, suo amico e compagno di battaglie, simbolo di quel rapporto di tipo omosessuale che nella Grecia classica contraddistingueva il rapporto tra maestro e discepolo, tra erastes (amante) ed eromenos (amato).  Ed è proprio l’uccisione di Patroclo che rende Achille irascibile e pronto alla guerra contro i Troiani, una guerra, fino a quel momento vissuta individualmente ed in modo estraneo.  L’uccisione di Patroclo rappresenta la ferita dell’ES, dell’orgoglio sessuale che emerge in tutta la sua potenza fino a divenire “ira funesta”. Quando ci arrabbiamo, spesso, la nostra rabbia deriva da una frustrazione dell’ES che fa emergere l’orgoglio da cui, appunto, la rabbia che deve espressa per soddisfare l’orgoglio ferito (reazioni comportamentali a questo fenomeno potrebbero essere espletate in aggressioni verbali, aggressioni fisiche, violenza fisica e persino omicidio, si pensi agli omicidi di stampo amoroso o sessuale)

L’alterEGo (AlterEgo non a caso usato qui ad indicare l’altra parte del nostro Io) di Achille e suo nemico implacabile è Ettore, l’eroe troiano su cui ruota l’epopea omerica dell’Iliade. Le due porzioni di Io vanno allo scontro, ES contro SuperIo ed è quello che succede nei casi di nevrosi dinanzi ad una importante decisione.

Se Achille rappresenta Dioniso o Ares, ebbrezza, follia e violenza, Ettore, di contro-altare, rappresenta Apollo  ossia ordine, perfezionismo, il servire la propria patria e la propria famiglia. Quindi tutte quelle regole morali presenti nel nostro superIo .  Ettore è la prudenza dinanzi ad una scelta che comporta una decisione, è  il calcolatore che produce la strategia prima di agire. L’stinto in Ettore non ha modo di esistere, perché tutto è soggetto a controllo e moralità sfrenata. E l’amore fedele, l’amore razionale che resta concentrato sui figli e che lavora per i figli, produce per la famiglia. E’ dedito ai genitori, perché moralmente i genitori rappresentano la sua vita e il suo affetto.  Priamo, re di Troia, è la rappresentazione simbolica del Pater familia a cui tutto è assoggettato e inconsciamente è il Pater inconscio di Ettore, la guida morale e la strutturazione del SuperIo di Ettore. Le regole morali e le imposizioni genitoriali del SuperIo rappresentato da Ettore sono racchiuse in Priamo come fonte generatrice. Se entriamo nello specifico del SuperIo Ettoriano vediamo che

 è sposato con Andromaca, ha un figlio, è fedele alla moglie è il pater familia perfetto, quindi l’uomo che abnegato all’amor coniugale ha dimentica le passioni per dare forza al dovere e al rispetto. Anche questo non è il vero amore, ma solo l’accettazione del dovere in base al proprio senso di responsabilità, in base alle scelte fatte antecedentemente e che non possono essere rinnegate altrimenti si andrebbe incontro al rischio di vivere il senso di colpa derivante dal tradimento dei valori genitoriali e ambientali vissuti in età fanciullesca e adolescenziale.

A questo punto è chiaro lo scontro che avviene tra le due porzioni dell’Io, rappresentate dall’ES Achille e dal SuperIo Ettore, come una sorta di nevrosi tra istinto e razionalità, ma quello che resta in sospeso è il perché entrambi muoiono, consapevolmente.

L’Io per esprimersi in pieno ha bisogno della morte del Falso Sé, rappresentato appunto da Es e SuperIo, quindi dalle passioni e dai moralismi e schemi mentali, al fine di far emergere in toto il Vero Sé o “anima”. Il primo a morire è il SuperIo per mano dell’Es (Ettore muore per mano di Achille), ed è quello che accade realmente in un processo di consapevolezza, dove le regole morali e gli schemi mentali cedono subito il passo, crollano dinanzi alla evidenza dei fatti, ma più dura a morire, o meglio, l’ultima a morire, è proprio la nostra pulsione sessuale, quindi l’ES, perché qui si combatte contro una energia talmente potente che solo un intervento “divino” ha il potere di infrangere e distruggere, infatti  Achille muore per mano di un altro semidio, Paride, fratello di Ettore, rappresentazione della bontà e dell’amore spontaneo e vero per Elena, il vero amore.

La morte di entrambi, Es e SuperIo, è la strada per far emergere il nostro Vero Sé, rappresentato da quel nostro Io, nascosto, apparentemente non funzionale, e poco considerato dalla nostra società proiettata sempre più verso le pulsioni sessuali e le immagini egoiche. Morti i due lati del Falso Sé allora si vivrà l’amore vero, l’amore per similitudine, l’amore eterno, per noi stessi e per il prossimo e in ultima analisi per Dio.

Mauro Amici

Psicologo

 

2 commenti per “Achille ed Ettore- Lotta tra Es e SuperIo

  1. nicola Reply

    L’articolo è sicuramente molto coinvolgente e ci fa rivivere attraverso i miti in modo chiaro le nostre sovrastrutture ed i filtri che tendono a tenerci “addormentati” e lontanti dal senso vero dell’amore.

  2. Paola Reply

    Molto chiaro ed esaustivo: fa comprendere le “nevrosi” o conflitti che viviamo anche nel quotidiano. Molto utile in un cammino di conoscenza del sé e di approfondimento di queste tematiche.

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